Salgo per il sentiero che conduce alla fresche gocce e li rimango affascinato, come ogni volta, di fronte a quella massa d’acqua.
Le gocce arrivano da ogni dove ed i vestiti son già zuppi.
Non ho con me la reflex perchè volevo lottare ad armi pari con la forza di gravità; il cellulare, ancora al sicuro nello zaino, conosce quindi le mie intenzioni e trema: poco dopo infatti è in balia delle mie irrispettose maniere che lo constringono in una fredda nuvola d’acqua color dell’arcobaleno.
Il minuscolo obiettivo dell’aggeggio malefico è coperto d’acqua, forse sono lacrime da esaurimento: lo asciugo con la manica fradicia e faccio giusto qualche scatto, piu’ che altro per sadismo verso quell’odiato affare.
E’ ora di ridiscendere.
Il giorno seguente scarico le poche fotografie ed inizio a scorrerle distrattamente: aspetta… qui c’è qualcosa non so cosa, mi colpisce. La osservo, la osservo, la osservo, la osservo e poi finalmente vedo; la ruoto verso destra per esser certo che non sia la follia, non è la follia: una donna! Un meraviglioso viso di donna era in quella cascata ieri. Le labbra disegnate, il naso gentile, le guance appena colorite e gli occhi socchiusi come stessero sentendo o sognando qualcosa. O son forse io a sognare?
Sposto lo sguardo un poco piu’ a destra e c’è altro: un animale! Un’anima selvatica, è un lupo e non sembra aggressivo no, al contrario, è amico e al viso di donna fedele.
Il viso di donna e il lupo si son manifestati nell’attimo esatto in cui ho scattato? Potrei emozionarmi pensando che abbiano atteso il mio arrivo, la mia salita alla cascata ma ovviamente no…loro sempre si rivelano e noi non sempre usiamo gli occhi per sentire.
Era il 5 agosto del 2017; mai piu’ vidi quel viso.